Compliance normativa nella PMI

I problemi che ostacolano le imprese nell’adeguamento ad una nuova normativa sono solitamente 5:

  1. accumulo normativo – troppe norme da rispettare
  2. mancanza di risorse – le persone che devono occuparsi della norma hanno molti altri compiti
  3. lontananza dal core business – la norma riguarda aspetti secondari dell’attività d’impresa
  4. lontananza dalla realtà d’impresa – la norma richiede misure che risultato totalmente staccate dalla vita quotidiana aziendale, con rischio di ingessamento dei processi
  5. costo elevato – l’applicazione di una normativa comporta sempre un investimento (piccolo o grande che sia), che spesso non è neppure spendibile a livello di immagine.

TUTTO VERO.
Le lamentele degli imprenditori rispetto a questi punti sono solitamente più che giustificate, soprattutto quando si tratta di PMI. Il risultato è che l’impresa ha difficoltà a mettere in atto un processo di compliance:

  1. l’adeguamento alla norma non è considerato prioritario e viene fatto in modo superficiale
  2. i soldi spesi sembrano buttati, visti spesso alla stragua di una tassa
  3. il lavoro di adeguamento è considerato inutile, e viene fatto principalmente per paura delle multe

DI CHI E’ LA COLPA?
la responsabilità di questo atteggiamento è dell’Imprenditore che pensa solo al business e non vuole rispettare le regole? oppure magari è dello Stato, i cui funzionari sembrano non aver mai lavorato in un’azienda in vita loro, e che produce norme volutamente complicate per fare cassa con le sanzioni?

In realtà c’è un terzo soggetto che gioca un ruolo decisivo in questa diatriba, e che secondo me ha la responsabilità maggiore nel successo o nel fallimento di un processo di compliance: il Consulente.

UN APPROCCIO DIVERSO
il Consulente ha 3 compiti fondamentali:

  1. deve conoscere la norma, le sue logiche e le sue interpretazioni in ogni aspetto
  2. deve conoscere l’organizzazione e le sue logiche in modo approfondito
  3. deve saper calare la norma adattandola alla realtà organizzativa che ha di fronte

Le incomprensioni tra Imprenditore e Legislatore sono, più spesso di quanto si creda, frutto di mancanze in uno o più di questi punti da parte del Consulente. Soprattutto, il Consulente deve avere la sensibilità organizzativa per consigliare l’Imprenditore secondo 2 criteri:

  1. MASSIMO RISULTATO CON IL MINIMO SFORZO – fare le poche cose davvero necessarie, adeguandole alla realtà aziendale, utili per raggiungere lo scopo interno previsto dalla normativa e per evitare le sanzioni.
  2. APPROCCIO INTEGRATO – siccome le norme hanno ormai tutte il medesimo approccio (vedi questo articolo specifico) adottare un modello di compliance unico e snello, per poi declinarne l’utilizzo verso la normativa specifica riduce drasticamente il costo di adeguamento, sia finanziario che organizzativo.

Lavorando in questo modo, l’adeguamento normativo risulterà:

  1. MENO INVASIVO
  2. MENO COSTOSO
  3. PIU’ EFFICACE

Che ne pensi? fammi avere le tue considerazioni o condividi le tue esperienze. Dal dialogo nascono le idee migliori.

Andrea Bisio

Lascia un commento